RADIO SANTA MARIA IN SELVA

lunedì 28 marzo 2011

CAMPAGNA CONTRO IL TRAFFICO DI PERSONE



TRATTA E TRAFFICO ILLEGALE DI PERSONE
(GENNAIO-FEBBRAIO 2011, n.1-2 *** CURIA, OSA, PP. Michael e Alejandro).

Rifugiati, ma quanti sono?
Sono 42 milioni, secondo il rapporto statistico annuale dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), - "Global Trends" - pubblicato oggi, le persone costrette alla fuga da guerre e persecuzioni alla fine del 2008. Questa cifra è dovuta ad un brusco rallentamento dei rimpatri e ad una maggior durata dei conflitti, risultante in forme di esilio protratto. Il numero totale comprende 16 milioni di rifugiati e richiedenti asilo e 26 milioni di sfollati all'interno del proprio paese.
Secondo il rapporto dell'UNHCR l'80% dei rifugiati del mondo si trova nei paesi in via di sviluppo, così come la stragrande maggioranza degli sfollati - una popolazione nei confronti della quale cresce l'impegno dell'UNHCR. Molte persone sono in esilio da anni senza la prospettiva di una soluzione.
Sebbene la cifra totale di 42 milioni sia minore di 700 mila unità rispetto all'anno precedente, i dati provvisori del 2009, non rappresentati nel rapporto, riflettono già un mutamento di tendenza.
"Nel 2009 abbiamo già assistito a un consistente movimento forzato di popolazioni, principalmente in Pakistan, Sri Lanka e Somalia," ha detto l'Alto Commissario António Guterres.
Almeno 5,7 milioni di rifugiati vivono in un vero e proprio limbo. Si tratta di 29 differenti gruppi composti da oltre 25 mila rifugiati ciascuno che sono in esilio da più di cinque anni in 22 paesi senza che vi sia ancora per loro alcuna prospettiva per una soluzione immediata.
Sono circa 2 milioni i rifugiati e gli sfollati che sono potuti tornare a casa nel 2008, un numero inferiore rispetto all'anno precedente. Il ritorno a casa dei rifugiati (604 mila rimpatriati) è calato del 17%, mentre per gli sfollati (1,4 milioni) il calo è stato del 34%. Il rimpatrio, tradizionalmente considerata la soluzione durevole più diffusa per i rifugiati, ha raggiunto il secondo livello più basso negli ultimi 15 anni. Questo declino riflette in parte il deterioramento delle condizioni di sicurezza principalmente in Afghanistan e Sudan.
Nel 2008 l'UNHCR ha proposto a 121 mila persone il reinsediamento in paesi terzi e più di 67 mila sono effettivamente partiti. L'organizzazione si occupa di 25 milioni di persone, fra i quali 14.4 milioni di sfollati - ben oltre i 13,7 dell'anno precedente - e 10,5 milioni di rifugiati. Gli altri 4,7 milioni di rifugiati sono palestinesi sotto la competenza dell'UNRWA. Dal 2005 il numero degli sfollati di cui si occupa l'agenzia è più che raddoppiato.
La Colombia possiede una delle più vaste popolazioni di sfollati, con stime che si aggirano sui 3 milioni di persone. In Iraq, alla fine del 2008, ce n'erano 2.6 milioni - 1,4 milioni dei quali sfollati negli ultimi tre anni. Nella regione del Darfur, in Sudan, gli sfollati erano più di 2 milioni. La recrudescenza dei conflitti nella regione orientale della Repubblica Democratica del Congo e in Somalia, lo scorso anno, hanno generato rispettivamente 1,5 e 1,3 milioni di sfollati. All'inizio dell'anno abbiamo assistito a massicci movimenti forzati di popolazione in Kenya, mentre il conflitto in Georgia ha messo in fuga 135 mila persone. Il numero di sfollati è altresì aumentato in Afghanistan, Pakistan, Sri Lanka e Yemen.
L'anno scorso, la popolazione di competenza dell'UNHCR è calata per la prima volta dal 2006 a causa della revisione e dell'aggiornamento delle stime riguardanti il numero di rifugiati e di persone in "situazioni simili ai rifugiati" in Iraq e Colombia. Il numero dei rifugiati è sceso dagli 11,4 milioni del 2007 a 10,5 milioni per il 2008. Ma il numero di richiedenti asilo è salito per il secondo anno consecutivo, nel 2008 sono stati 839 mila, con un incremento del 28%. I paesi che hanno ricevuto il maggior numero di domande di asilo sono il Sud Africa (207 mila), gli Stati Uniti (49.600), la Francia (35.400) ed il Sudan (35.100).
I paesi in via di sviluppo hanno ospitato l'80% dei rifugiati nel mondo, a sottolineare la sproporzionata pressione che grava su quei paesi che hanno meno mezzi e maggior bisogno si assistenza internazionale. Fra i principali paesi di accoglienza di rifugiati nel 2008 troviamo il Pakistan (1,8 milioni), la Siria (1,1 milioni), l'Iran (980 mila), la Germania (582.700), la Giordania (500.400), il Ciad (330.500), la Tanzania (321.900) e il Kenya (320.600).
I principali paesi di origine sono stati l'Afghanistan (2,8 milioni) e l'Iraq (1,9 milioni) paesi che, da soli, rappresentano il 45% dei rifugiati di competenza dell'UNHCR. Altri paesi di origine sono la Somalia (561 mila), il Sudan (419 mila), la Colombia, compresi coloro in situazioni simili ai rifugiati (374 mila) e la Repubblica Democratica del Congo (368 mila).


Il traffico di persone è una forma moderna di schiavitù. La necessità di uscire dal proprio paese in cerca di un futuro migliore spinge molti fratelli e sorelle a cadere in una spirale in cui la loro dignità come persone scompare e si convertono in mercanzia che si trasporta, si immagazzìna e con cui si commercia. Anche se la forma più abituale di immaginare il traffico di persone è lo sfruttamento sessuale, la cosificazione dell’essere umano è una dinamica sociale che si manifesta in forme diverse, dal costringere le persone a diventare donatori di organi fino a situazioni di una maggiore accettazione sociale, come sono i lavori clandestini o le reti di immigrazione illegale.

La disperazione che provoca la povertà estrema si è convertita in una importante risorsa economica sulla quale si costruisce un prospero mercato globale, che è superato solamente dal traffico di armi e dal traffico di droghe. Questo prospero campo di commercio si sostiene e cresce grazie a tre situazioni strutturali:
- La tenaglia della povertà che si è prodotta tra le economie sviluppate e gli altri paesi. Le politiche per il lento sviluppo delle economie dei paesi del Sud del mondo assicura che le materie prime possano arrivare ai paesi del Nord, però nello stesso tempo negano il futuro alle nuove generazioni che vedono nell’emigrazione l’unica via di uscita per creare un loro futuro migliore.
– La vicinanza tra i popoli che ha prodotto la globalizzazione fa sì che il modello di vita basato sui beni di consumo e sullo stato di benessere si converte in un modello globale. L’impossibilità di raggiungere una prosperità immediata nel proprio paese favorisce il sogno di trovare la vita che si desidera in paesi che prima erano lontani ma che, grazie al processo di globalizzazione, ora sono vicini e conosciuti.
- La crescente domanda nei paesi del Nord del mondo di persone che facciano lavori che sono al margine della struttura economica della società. Alcuni perché sono socialmente rifiutati, come è il caso della prostituzione, specialmente quella infantile, altri però perché i loro costi lavorativi – in termini di contributi e di salari - rendono minimo il beneficio. Ciò favorisce la contrattazione illegale che, in alcuni casi, significa lavori, salari e condizioni lavorative vicini a quelli dell’ultima tappa dei regimi schiavisti del secolo XIX.
In questo strato di coltura, con la posizione politica del governi che risolve le singole situazioni di emergenza senza attuare una politica di risanamento delle strutture, il crimine organizzato ha incontrato un mercato lucrativo, nel quale si soddisfa la domanda dei paesi del Nord del mondo con l’offerta a basso costo di manodopera dai paesi del Sud.

2 commenti:

  1. http://agostinianigiustiziapace.blogspot.com

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  2. Caro Nilo, oggi ho guardato attentamente il tuo nuovo blog e non finivo più di leggere...guardare...ascoltare musica...ecc...
    Ma come hai fatto, è stupendo e completo...dalle notizie ...al meteo...incredibile!!!Bravo!
    Per fare un articolo come vuoi tu ...ci debbo pensare bene, altrimenti ci farei una figuraccia!!
    Comunque...lo farò...ok... a domani x la S. colazione...hahahahahah

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Nilo