RADIO SANTA MARIA IN SELVA

martedì 30 ottobre 2012

ANNUNCIARE ED OPERARE IL VANGELO


Nel brano del Vangelo letto poc'anzi veniamo esortati a cercare e, se possibile, a spiegare quale sia la messe di cui il Signore dice: La messe è molta ma gli operai sono pochi. Pregate il padrone della messe di mandare operai a mietere la sua messe 1. Allora ai suoi dodici discepoli, ch'egli chiamò anche Apostoli, ne aggiunse altri settantadue e l'inviò tutti quanti - come appare dalle sue parole - alla messe già pronta. Qual era dunque quella messe? Essa infatti non si trovava tra i pagani, ove nulla era stato seminato. Resta perciò da intendere che tale messe si trovava nel popolo dei giudei; a essa andò il padrone della messe, e mandò i mietitori; ai pagani invece non inviò dei mietitori, ma dei seminatori. Dobbiamo dunque intendere per messe quella cresciuta nel popolo dei giudei, poiché da quel campo di grano furono scelti gli stessi Apostoli; in quel campo era già pronto il grano che doveva essere mietuto, poiché già i Profeti vi avevano gettato la semente. Fa piacere contemplare la coltivazione di Dio, rallegrarsi dei suoi doni e lavorare nel suo campo. In questa coltivazione lavorava colui che diceva: Più di tutti quegli altri mi sono affaticato 2. Ma le forze per lavorare non gli erano date forse dal padrone della messe? Ecco perché soggiunge: Non io solo però, ma la grazia di Dio con me 3. Ora, egli mostra abbastanza chiaramente di dedicarsi alla coltivazione del campo di Dio quando dice: Io ho piantato, Apollo ha irrigato 4. Questo Apostolo poi, che da Saulo era diventato Paolo, che cioè da superbo era divenuto il più piccolo - poiché il nome di Saulo deriva da quello di Saul; Paolo invece deriva da "piccolo", per cui, dando in certo modo la spiegazione del proprio nome, dice: Io sono il più piccolo di tutti gli Apostoli 5 questo Paolo dunque, cioè "il piccolo", anzi "il più piccolo", fu inviato ai pagani; è lui stesso che afferma d'essere stato inviato in modo particolare ai pagani. Lo scrive lui stesso; noi lo leggiamo, lo crediamo, lo predichiamo. Egli stesso dunque nella sua Lettera ai Galati afferma che, dopo essere già stato chiamato dal Signore Gesù, si recò a Gerusalemme e confrontò il suo Vangelo con quello degli Apostoli e si strinsero le destre in segno di concordia e in segno di unanimità nella predicazione, che non era per nulla differente da ciò ch'essi avevano appreso. Afferma inoltre che tra lui ed essi fu deciso ch'egli sarebbe andato a predicare tra i pagani, mentre essi sarebbero andati tra gli ebrei 6; egli come seminatore, quelli invece come mietitori. Con ragione anche gli ateniesi, pur senza conoscerlo, ne indicarono il nome al solo sentirlo; sentendolo infatti parlare: Chi è mai - esclamarono - questo seminatore di parole? 7. 
Agostino, Discorso 101.1
Riflessione:
Dio non fa nessuna preferenza e vuole la salvezza di tutti per questo annunciare ed operare il vangelo in qualunque ambiente cioè la parola del Signore deve essere sempre viva nel cuore di ogni cristiano è molto di più quando il cristiano ha una particolare scelta nella sequela di Cristo perciò Sant'Agostino esorta a tutti cristiani di annunciare ed operare il Vangelo in tutto il mondo e in ogni nazione contemplare imparare e donare il vangelo è un vero nutrimento della vita umana..

mercoledì 10 ottobre 2012

LA PACE E' REALIZZABILE QUANDO E' AFFIANCATA CON LA CARITA' E LA FEDE IN CRISTO


Quelle tre realtà sono state indicate dall'Apostolo: Pace ai fratelli, e carità unita a fede. Pace ai fratelli. Da che viene la pace? E carità. Da che deriva la carità? Unita alla fede. Se non credi, infatti, non ami. Così, cominciando dalla fine e risalendo al principio, disse perciò l'Apostolo: Pace e carità, unita alla fede. Diciamo noi: Fede, carità e pace. Credi, ama, regna. Se infatti credi e non ami, non hai ancora diversificato la tua fede dalla fede di quelli che tremavano e dicevano: Sappiamo chi sei, il Figlio di Dio. Tu, perciò, ama; perché la carità unita alla fede stessa ti conduce alla pace. Quale pace? La pace vera, la pace piena, la pace reale, la pace sicura; dove non esiste sciagura, nemico alcuno. Questa pace è il fine di ogni buon desiderio. Carità unita alla fede; e sei vuoi dire così, dici bene. Fede unita alla carità.
Agostino, Discorso 168, 2.2

Riflessione: La pace che desideriamo come dice S. Agostino è molto legato sulla carità e la fede per cui Giovanni XXIII ha capito queste cose nel realizzare di essere un vero pastore in cui la pace, la carità e la fede sono tre piedi per camminare insieme e di venire incontro al prossimo soprattutto alle diverse professione di fede.

Benvenuto!!!

Cari Visitatori è stato creato questo BLOG a motivo di poter raggiungere il messaggio di Giustizia e pace a tutto il mondo con le parole di Sant'Agostino sull'insegnamento di Gesù Cristo...

Nilo