RADIO SANTA MARIA IN SELVA

lunedì 1 agosto 2011

Dottrina Sociale della Chiesa Su "Economia Politica"


«L'Economia politica o Economica è uno studio del genere umano negli affari ordinari della vita; essa esamina quella parte dell'azione individuale e sociale che è più strettamente connessa col conseguimento e con l'uso dei requisiti materiali del benessere. Così essa è da un lato uno studio della ricchezza; dall'altro, il più importante, è una parte dello studio dell'uomo. Infatti il carattere dell'uomo è stato plasmato dal suo lavoro quotidiano e dalla risorse materiali che egli ottiene con quel lavoro, più che da qualsiasi altra influenza, salvo quella dei suoi ideali religiosi; e i due grandi fattori della storia del mondo sono stati quello religioso e quello economico. Qua e là è predominato per un certo tempo l'ardore dello spirito militare e dello spirito artistico; ma in nessun luogo le influenze religiose ed economiche ed economiche hanno mancato anche temporaneamente di primeggiare; e quasi sempre esse sono state più importanti di tutte le altre messe assieme».
 «I moventi religiosi sono più intensi di quelli economici, ma raramente la loro azione diretta copre una parte così grande della vita. Infatti le azioni con le quali una persona ottiene i mezzi di sussistenza occupano generalmente i suoi pensieri per la massima parte delle ore nelle quali la mente dà il suo meglio».

 «Si dice spesso che le forme moderne della vita produttiva differiscono da quelle più antiche perché presentano un maggior carattere di concorrenza. Ma questa spiegazione non è del tutto soddisfacente. Nel significato più ristretto, la concorrenza consiste nella gara fra due persone, con speciale riferimento all'offerta di vendere o di comprare qualche cosa. Una competizione di questo genere è oggi certamente più intensa e più estesa di un tempo; ma non è che una conseguenza secondaria, e si potrebbe quasi dire accidentalmente, delle caratteristiche fondamentali della vita produttiva moderna. Non esiste un'unica parola che esprima adeguatamente tali caratteristiche. Esse sono, come vedremo fra poco, una certa indipendenza e abitudine di scegliere ognuno da sé la propria via, una fiducia in se stessi; una riflessività, e al tempo stesso una prontezza di scelta e di giudizio, e un'abitudine di prevedere il futuro e di conformare la propria condotta in, vista di scopi lontani. Queste caratteristiche possono generare e generano spesso la concorrenza fra gli uni e gli altri; ma d'altra parte possono tendere, come ora infatti avviene, alla cooperazione e alla associazione d'ogni genere, buona e cattiva. Ma queste tendenze verso la proprietà collettiva e l'azione collettiva sono affatto diverse da quelle dei tempi passati: non sono il risultato della consuetudine, né di una tendenza passiva ad associarsi con i propri vicini, ma della libera elezione, da parte di ogni individuo, di quella linea di condotta che, dopo accurata riflessione, gli sembra quella più idonea a raggiungere i propri scopi, siano essi egoistici o no. «Se si pone a contrasto la concorrenza con l'energica cooperazione in un'opera disinteressata per il pubblico bene, allora anche le migliori forme della concorrenza sono relativamente un male; mentre le sue forme più dure sono e più grette diventano odiose. E in un mondo in cui tutti gli uomini fossero perfettamente virtuosi, la concorrenza sarebbe fuori luogo; ma altrettanto lo sarebbe la proprietà privata e ogni forma di diritto privato. Gli uomini penserebbero soltanto ai propri doveri; e nessuno desidererebbe avere una quota degli agi e dei lussi della vita, maggiore di quella del suo vicino (...) ma nella condotta responsabile degli affari umani, sarebbe peggio che follia ignorare le imperfezioni che tuttora gravano sulla natura umana. La storia in generale, e specialmente la storia delle iniziative socialistiche, mostra che raramente gli uomini comuni sono capaci di attuare assieme un puro altruismo ideale per lungo tempo; e che si trovano eccezioni soltanto quando il meraviglioso fervore di un piccolo gruppo di religiosi entusiasti fa sì che le preoccupazioni materiali non contino nulla in confronto alla loro fede superiore» «Indubbiamente, anche al giorno d'oggi, gli uomini sono capaci di un assai maggiore servizio disinteressato di quanto generalmente rendono; e lo scopo supremo dell'economista è di scoprire il modo col quale questa attività sociale latente possa essere sviluppata più rapidamente, e utilizzata nel modo più saggio». (Prof. Rafael rubio De Urquia, Dottrine Economiche: Scienza Economica e dottrina Sociale della Chiesa pp.17-18)

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Nilo